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A ogni meta la sua via. Ovvero le strade per raggiungere un finanziamento non sono tutte uguali (NL 02| 2015)

Chi pratica alpinismo o chi viaggia molto per lavoro lo sa: le vie non sono tutte uguali. Definita una meta la strada per raggiungerla può variare: a seconda della stagione, del tempo meteorologico e di quello a disposizione, delle risorse, dell’allenamento.
Se parliamo di ricerca di finanziamenti, l’analisi attenta dell’idea progettuale o del servizio per cui si cercano fondi e la scelta ponderata e strategica della via da perseguire per ottenerli sono ciò che determina il raggiungimento del finanziamento e, dunque, la realizzazione del progetto o l’implementazione del servizio già in vita.

L’impressione è che per alcune persone e organizzazioni un bando, un’erogazione a sportello, una campagna di crowdfunding o di raccolta fondi etc. siano vie simili, sia indifferente scegliere l’una o l’altra. Ma, come ci insegnano gli alpinisti provetti o i viaggiatori esperti, non è così: non valutare a priori la strada spesso vuol dire sprecare tempo e risorse fino a collezionare insuccessi.

Se rispetto a una campagna di crowdfunding, i dati con cui possiamo confrontarci sono inconfutabili (non più del 20% delle campagne ha successo), è più difficile sapere quanti investimenti nella ricerca di un finanziamento attraverso un bando o un’erogazione a sportello giungano a buon fine.

Quello che mi preme condividere è che ogni strumento di finanziamento non solo è connotato da specificità ma difficilmente è valido per qualsiasi progetto. Se ripercorriamo quell’ottimistico 20% di campagne di crowdfunding che ha successo, l’attenzione va a quell’80% che naugrafa. L’equivoco, soprattutto in questi ultimi anni, è quello di credere che questo strumento sia universale: un po’ come credere ingenuamente che le autostrade ci possano portare dappertutto, anche in cima al Monte Bianco.

Il crowdfunding è sì un valido strumento ma richiede in primis che l’idea progettuale sia innovativa, sia capace di attrarre una moltitudine di persone (crowd) e che una parte della moltitudine sia coinvolgibile fin dall’avvio. E, inoltre, la comunità (iniziale e che si viene a creare/consolidare durante tutto il processo) sia, insieme al finanziamento, l’obbiettivo qualificante della campagna. Altrimenti non è necessario scomodare il crowdfunding, può essere sufficiente una più classica raccolta fondi.

L’esperienza del bando nella matassa, attraverso il quale nell’arco di un anno abbiamo monitorato circa 1.500 bandi, mi permette di affermare come questi, nella maggior parte dei casi, siano la giusta via per cercare un sostegno economico a idee progettuali non ancora avviate. Tanti enti finanziatori, e lo affermo con un certo rammarico, sono alla ricerca continua di idee innovative (nell’ambito tecnologico così come in quello sociale o culturale). Se, però, ciò che ci spinge a cercare un finanziamento non è un’innovazione ma un progetto già avviato, un servizio, un’impresa che necessita di ossigeno per radicarsi, per crescere, per trasformarsi allora lo strumento bando, così come concepito nella maggior parte dei casi, mostra i suoi limiti. Limiti non intrinseci ma legati all’interpretazione che ne diamo: è importante recepire cosa l’ente finanziatore desidera finanziare e non sempre la sua volontà coincide con la nostra idea progettuale, seppur bella. In questo caso l’importante non è partecipare ma cercare la via più idonea.

In alcuni casi, per progettualità già avviate e meritorie, può risultare allora più significativo bussare “ben preparati” alla porta di una Fondazione, per esempio, e praticare diligentemente la via dell’erogazione a sportello.

Se la ricerca di un finanziamento, invece, è fine a se stessa, la meta è sfuocata e dunque irraggiungibile. Non cammino, non mi inerpico, non viaggio: più semplicemente girovago. L’impressione nell’osservare e accogliere le domande di finanziamento è proprio quella di un girovagare senza meta da parte di parecchie organizzazioni. Ecco allora che, pur a fronte di bisogni reali e tangibili, non si trova nulla. La crisi è anche questo: non riuscire a individuare delle priorità, delle strategie, non definire mete chiare e ancor più chiare vie per raggiungerle.

La ricerca dei finanziamenti è affannosa, le risorse sempre centellinate. Ecco allora che trovare la via più azzeccata (o le vie, qualora sia strategico adoperare più strumenti) è uno sforzo imprescindibile per qualunque organizzazione e per qualunque professionista.

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