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A ognuno la sua leggerezza


Interessante la scelta di affidare l’editoriale sulla leggerezza a due persone che non solo interpretano sé stesse come “pesanti” nel loro approccio alla vita, ma anche, per indole e per vissuto, misurano l’intensità dell’esistenza in base al numero di macigni che questa pone sul percorso.

Nel tentativo di alleggerire il peso e la responsabilità che la scrittura di questo testo porta con sé, è giunto il suggerimento di ispirarsi alla famosa frase attribuita a Italo Calvino

“… prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.” [1]

Poco male se di questa frase all’interno del capitolo Leggerezza nelle Lezioni americane[2] non c’è traccia, perché l’importante è aver avuto l’occasione di rileggere queste straordinarie pagine per trarne spunto.

“…la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso”

Così scrive Calvino.
Forse allora, ispirate da queste parole, non è un azzardo per chi scrive partire dalla scelta quotidiana di ‘stare’ in ciò che è pesante intraprendendo un percorso dove la leggerezza può diventare uno strumento di vita, di visione e di lavoro.

Planare sulle cose dall’alto assume un senso nello scegliere di atterrare su queste cose per starci dentro, per osservare, accogliendo la sfida di acquisire la perizia per maneggiare la leggerezza: la capacità di ridimensionare, spacchettare, elaborare le questioni e riuscire a guardarle da altri punti di vista. Essa garantisce – a chi sceglie di stare – la sopravvivenza e, usata nel giusto modo, permette di acquisire consapevolezza ed equilibrio.

La leggerezza non è quindi uno stato d’animo né una condizione, ma una scelta, una modalità a cui ci si educa lentamente e, spesso, è anche accettazione. La leggerezza è una responsabilità collettiva: è la capacità di mettersi nei panni degli altri e di lasciare spazio all’altro. È liberarsi dai propri pesi, dalle proprie emozioni e dalle proprie esperienze, da giudizi e soprattutto da pregiudizi, per lasciare spazio al vuoto che dovrà accogliere quello che di nuovo sta arrivando. Trovando corrispondenza con chi, persone e organizzazioni, nell’agire quotidiano condivide e allevia l’ “Ineluttabile Pesantezza del Vivere”.[3]

Alleggerire l’Io, per lasciare posto all’Altro, aspirando a un Noi.


[1] https://www.raicultura.it/letteratura/foto/2021/10/Citazioni-letterarie-sbagliate-bebf5eff-1082-4d5a-bd2f-376fc45b4342.html

http://bruschi.blogautore.espresso.repubblica.it/2022/02/07/ferilli-leggerezza-calvino-sanremo/

[2] Calvino, Italo., Lezioni americane : sei proposte per il prossimo millennio, Garzanti, 1988. Prefazione di Esther Calvino

[3] Calvino, all’interno del capitolo Leggerezza delle Lezioni americane, citando il libro l’Insostenibile Leggerezza dell’Essere di Milan Kundera, recentemente scomparso


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Foto Aleksandr Ledogorov @Unsplash

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