Soci in cerca di impatto


Oltre Impact è un operatore di investimento, attivo da oltre 15 anni. Investe in imprese innovative che affrontano le principali sfide sociali e ambientali: è la prima società di gestione operante nel settore dell’ “Impact Investing” (ovvero l’investimento in imprese, organizzazioni e fondi che operano con l’obiettivo di generare un impatto sociale e ambientale positivo) in Italia. Ad oggi ha raccolto 120 milioni e sostenuto oltre 45 imprese.
Lorenzo Allevi è Co-Fondatore e Managing Partner di Oltre Impact


Lorenzo Allevi, che cos’è “partecipazione” nel mondo della finanza?

Partecipare in una azienda vuol dire investire, la prima distinzione fondamentale è tra partecipazione attiva e partecipazione passiva. È una fortissima differenza e dipende dallo strumento che si usa. Chi partecipa a un’azienda quotata, una SpA, comprandone azioni, ha un approccio passivo: gli interessa solo la condivisione degli utili, e non può peraltro fare molto altro nella vita della società.
In questi enti, che ancora oggi dominano il mondo delle società, si distingue il ruolo degli amministratori, la cui partecipazione invece è certamente più attiva. Sono loro che devono aiutare il management aziendale al buon andamento della società.
I soci, come detto, prevalentemente, non fanno altro che partecipare al ritorno economico: a fine anno se ci sono utili vengono suddivisi.

Però assistiamo a nuove richieste da parte di soci “passivi”.

Oggi a dire il vero le cose stanno cambiando. Per vari motivi, anche i soci chiedono che la società si “muova” in un certo modo, e non persegua esclusivamente la ricerca di utile per remunerare i soci. Se ne parla molto -e forse siamo ancora al livello della parola e meno dei fatti-.
Tuttavia, i soci chiedono partecipazione un po’ più attiva. Dicono: nel tuo modello di business devi incorporare altre cose che ritengo importanti, in ambito sociale e ambientale.
Non so bene quasi saranno gli sviluppi di questa tendenza, ma esiste. Ed è corretto e importante, perché le imprese hanno un ruolo civico che va oltre il dare occupazione. Ecco, sempre più gli investitori hanno cercato questa partecipazione un po’ più attiva. Si formano unioni di grandi investitori, che chiedono di avere più peso nelle assemblee societarie, e magari indirizzare le attività.

Perché gli investitori oggi hanno questo approccio?

È la vera domanda. Io registro una certa parte di “nuovi ricchi”, giovani, di livello culturale alto, che magari hanno ereditato grandi patrimoni, che si dimostrano molto più attenti dei loro padri e nonni. E se chi ha i soldi da investire è attento, i fondi di investimento non possono far altro che rispondere con prodotti adeguati. Non è ancora la normalità, ma è una tendenza in crescita.
Nel mondo del Terzo settore sicuramente c’è più vicinanza tra il fine dell’impresa e i suoi soci. Non conta tanto “fare soldi”, quanto il servizio che viene reso, l’attenzione all’utente finale. Le imprese del Terzo settore sanno di dover “stare in piedi” -specie oggi che non hanno sostegno pubblico- ma per loro il fine sta nelle persone a cui si rivolgono.
In questo contesto la partecipazione dei lavoratori e del management è maggiore, e anche dell’investitore-socio, che non cerca solo il ritorno economico ma una partecipazione molto più intensa.

Poi ci sono investitori come Oltre, che partecipano maggiormente nell’indirizzare le scelte delle società in cui investono.

Noi raccogliamo fondi da investitori e poi scegliamo le realtà sulle quali investire. I nostri fondi hanno un periodo di durata di 10 anni, al termine del quale va restituito il denaro all’investitore. Siamo partiti nel 2005 con un fondo da 10 milioni di euro; nel 2015 abbiamo creato la prima “Sicaf” italiana (“Società di investimento a capitale fisso”) con un fondo da 45 milioni di euro. E sin dalla nostra nascita abbiamo fatto finanza di impatto: abbiamo investito in società della sanità, del turismo, della sostenibilità.
Nell’ottobre del 2021 abbiamo lanciato un terzo fondo: siamo ancora nella fase di raccolta -ad oggi 75 milioni di euro, ma puntiamo a 100- ma abbiamo già fatto cinque investimenti, 2 all’estero altri 3 in Italia in vari settori (Sanità, Sicurezza Aziendale, Edutech)
La remunerazione del nostro team di gestione arriva non solo se l’investimento che veicoliamo produce un utile, ma se effettivamente genera gli obiettivi di “impatto” che erano stati prefissati.

Photo by Towfiqu Barbhuiya @Unsplash