Giuseppe Penone è scultore piemontese. È noto per le sue sculture di alberi: alberi di bronzo, a volte sormontati da una grossa pietra; alberi scavati all’interno dei quali emerge l’immagine dell’albero stesso ritratto nel suo passato; alberi veri e vivi che crescono all’interno di “cortecce” (“scorze” le chiama) di bronzo, destinate a contenere l’albero divenuto adulto.
Uno scultore della natura e del tempo; come ha scritto Salvatore Settis, “la scultura di Penone è una scultura che “avviene”, e scavare nel tronco ingenera una sorta di archeologia del sé”.
Tuttavia Penone guarda al futuro, incorporando in esso la memoria storica (e la cultura tradizionale). Non un “ritorno alla natura”, ma una “profezia anticipatrice” (sempre Settis), un baluardo contro la catastrofe imminente: ne coglie i segnali e, animato da una singolare tensione profetica, ci sfida col suo lavoro interrogandoci, e mettendo in scena la duttilità del tempo.
Pohot by Tony Hisgett @ Flickr