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Società Benefit: una nuova forma giuridica per spaziare in nuovi orizzonti

La prima volta che abbiamo sentito parlare di Società Benefit è stato nel gennaio del 2017 e siamo rimaste colpite dalla sua definizione perché l’impressione è stata quella di vicinanza alla nostra modalità di intendere il lavoro e le organizzazioni che vuole coniugare l’alta competenza e la cura delle relazioni con clienti e collaboratori. Abbiamo colto la possibilità di “rendere ufficiale” quella che è sempre stata la tensione del nostro metodo e della nostra modalità di lavoro.

La riflessione è proseguita: abbiamo approfondito alcune questioni, abbiamo contattato la prima società benefit italiana, abbiamo testato la nostra tensione all’impatto sociale tramite un test online e abbiamo continuato nel confronto finché abbiamo scelto di diventare Società Benefit.

Ma cosa significa?

Una Società Benefit è un nuovo tipo di azienda che volontariamente rispetta i più alti standard di scopo, responsabilità e trasparenza. Le società Benefit si distinguono sul mercato da tutte le altre realtà perché vanno oltre l’obiettivo del profitto e innovano per massimizzare il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità in cui operano e l’ambiente. In questo modo il business diventa una forza rigeneratrice per la società e per il pianeta. Si tratta di una realtà nata recentemente (nell’ultimo sondaggio disponibile, a giugno 2018, Altis ha censito 164 società Benefit) ma in rapida crescita sia in Italia sia a livello globale.

Immaginiamo un’economia globale che usi il business come una forza per il bene; questa è la visione delle società benefit, nate negli Stati Uniti ma riconosciute dall’Italia come primo paese al mondo, dal punto di vista giuridico, dalla legge di stabilità 2016 che recita: le Società Benefit sono società che, nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse.

Anche noi, a modo nostro, intendiamo continuare a camminare in questa direzione; pensiamo che il nostro lavoro possa essere uno strumento per migliorare il contesto nel quale ci troviamo a operare, sia esso l’organizzazione nella quale siamo chiamati per una consulenza o una progettazione, o la comunità più ampia. Desideriamo mantenere alta l’attenzione sulle ricadute che il nostro modo di lavorare e di essere società ha su chi lavora con noi, e dotarci di strumenti che ci aiutino a cercare sempre un’alta qualità nel nostro lavoro. Perché crediamo fortemente che le relazioni, tra di noi in primis, e poi con le altre persone e con l’ambiente siano la ricchezza più grande che abbiamo e ci impegniamo a prendercene cura.

Nel nostro nuovo statuto si legge: in qualità di Società Benefit, la società intende perseguire una o più finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse.

Abbiamo avviato un confronto all’interno del Consiglio di Amministrazione perché non vogliamo che l’essere Benefit sia un’azione retorica né che sia – come spesso è – un’operazione di comunicazione e di immagine: da statuto abbiamo l’obbligo di destinare il 5% dell’utile della società a dei progetti a favore della comunità e- consapevoli che la nostra comunità e ampia e territorialmente non definita – stiamo riflettendo al nostro interno per definire come declinare la scelta fatta e renderla un’occasione di beneficio per la collettività e di crescita per noi e le organizzazioni che con noi lavorano.

La sensazione è simile a quella che si prova (probabilmente sarà capitato anche a qualcuno di voi) durante un’impegnativa camminata in montagna; affaticati da una salita che sembra senza fine, all’improvviso– dopo aver svoltato l’ennesima curva–si raggiunge un piano e si apre un paesaggio senza fiato: gli occhi si aprono a nuovi orizzonti e in questo modo la natura ripaga gli sforzi fatti. Il cammino non è terminato ma quel cambiamento di prospettiva è rigenerante e il cammino può riprendere con nuove energie.

Siamo dunque arrivate a un piano dopo la salita. Il cammino continua ma questa nuova prospettiva o questi nuovi occhi per guardare la nostra organizzazione e il nostro modo di lavorare danno nuova energia alle nostre attività.

 

 

Credits: Sjeverni

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