In un mondo che ci spinge verso la perfezione, essere imperfetti e imperfette potrebbe sembrare una provocazione. Eppure, mai come oggi, l’incertezza richiede una diversa prospettiva: non una rigida pianificazione, ma un approccio dinamico, aperto all’errore e al miglioramento continuo. È questo lo spirito che desideriamo augurarvi per affrontare le sfide del presente.
Imperfezione non è sinonimo di disordine o mancanza di visione, ma rappresenta la capacità di sperimentare in piccolo per imparare in grande. Non si tratta di rinunciare all’ambizione, bensì di abbracciare l’adattabilità: ogni piccolo passo, anche se imperfetto, genera apprendimento e diventa un’opportunità per costruire qualcosa di più solido e innovativo. È in questo spazio di esplorazione che nascono intuizioni e scoperte capaci di trasformare le organizzazioni e aprire strade nuove.
A partire dallo scorso luglio, ispirati e ispirate da questa visione, abbiamo iniziato a lavorare al nostro piano strategico 2024-2026. Siamo partite/i fissando obiettivi concreti, punti fermi su cui costruire, scegliendo di mantenere uno spazio aperto all’incertezza, intesa non come minaccia ma come fertile terreno di crescita. Questo ci ha permesso di progettare un Piano strategico ambizioso e flessibile, capace di accogliere il cambiamento e di adattarsi alle circostanze. Muovendo i primi passi, abbiamo dato peso a principi chiave; tra questi, la circolarità, intesa come capacità di riconoscere e riflettere dentro e fuori dalle organizzazioni con cui lavoriamo, creando un continuo dialogo tra esperienza e competenza. È all’interno di questo processo che vediamo la possibilità di costruire qualcosa di nuovo e significativo. Ed è questo il processo che raccontiamo qui: un modo, il nostro modo, di fare consulenza.
In quest’ottica, abbiamo voluto incontrare alcune delle organizzazioni con cui collaboriamo. A loro abbiamo proposto un’esperienza imperfetta di disorientamento, attraverso una lettura d’opera d’arte tenuta da ArtUp, organizzazione che – rispecchiando il tema della circolarità – abbiamo affiancato in un percorso di consulenza. Ci siamo ritrovati nella Piazza di Alessandria d’Egitto, in quella di San Marco a Venezia e in quella di Santa Sofia a Costantinopoli, riunite in un solo luogo dalla genitalità sorprendente dei fratelli Bellini. Siamo entrati e entrate in un quadro, provando a guardarci intorno, a posizionarci, a capire come ci saremmo sentiti e sentite in un mondo fatto di luoghi, persone e codici diversi dai nostri, ma così attuali. E quel sentire, condiviso ma intimo, ci ha permesso di spostare il nostro sguardo, di riposizionarlo in un contesto nuovo.
Condividiamo in questa newsletter alcuni estratti di quel momento, perché anche tu possa raccoglierne qualche traccia da seguire. Che possa essere d’ispirazione per accogliere l’imperfezione, sperimentare il cambiamento e guardare al futuro con occhi nuovi.
Ti auguriamo un 2025 ricco di nuove scoperte, piccoli passi e grandi conquiste.
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Foto di Luis Maniquet @Unsplash