Il futuro non è domani: è già qui. Ogni giorno viviamo cambiamenti in atto, piantiamo semi che daranno forma a ciò che verrà. Fermarsi a riflettere su quali piante cresceranno è spesso difficile. A volte, però, è necessario.
La situazione geopolitica, sociale ed economica condiziona già, direttamente, le nostre vite e le nostre organizzazioni. Non solo stiamo attraversando cambiamenti storici di grande portata, ma siamo anche nel bel mezzo di una rivoluzione tecnologica che sta trasformando il nostro modo di lavorare. A questo si aggiunge un cambio di valori, una crescente polarizzazione e una rivoluzione demografica che ridefinisce modelli, schemi e stili di vita.
Molti paesi si stanno attrezzando per affrontare il futuro – chi per cultura, chi per necessità. In Italia, invece, sembra di essere bloccati in un presente che fatica a guardare avanti. Ci chiediamo spesso perché il nostro contesto sociale e politico sia incapace di reagire, mentre esistono migliaia di realtà, piccole e grandi, che innovano e creano impatto, nonostante siano incastrate in una rete strutturale che rende difficile investire, crescere e progredire.
Questa frattura è parte della stessa polarizzazione che attraversa le nostre società (nessuna esclusa). Accusiamo i social network di averla amplificata? Forse. Ma come ci ricorda Mafe de Baggis, dietro ogni schermo ci siamo noi (Libera il futuro, Mafe de Baggis – Enrico Damiani Editore, 2020)
Quindi, come possiamo reagire?
Noi crediamo che sia sempre il momento giusto per attrezzarsi. Non abbiamo risposte definitive, ma molte domande. E siamo consapevoli che ciò che accade oggi non è nuovo, non ci sorprende: è parte di un continuum. Ma oggi, più che mai, sappiamo che non si può rimandare.
In questo spazio, che per noi è un luogo di formazione partecipata e condivisa, da oggi e nei prossimi mesi esploreremo e condivideremo riflessioni utili a chi, come noi, vuole capire come reagire oggi per il domani. Tra i temi che abbiamo incontrato, ne abbiamo scelti alcuni da cui partire, perché rilevanti nel presente e decisivi per il futuro. Li abbiamo individuati ed esplorati nelle letture e negli approfondimenti che hanno accompagnato il nostro lavoro, a partire dai Futures Literacy & Foresight dell’UNESCO, passando dalle riflessioni di Roberto Poli (titolare della Cattedra UNESCO per i Sistemi anticipanti all’Università di Trento, di cui abbiamo scritto qui) o del sociologo Edgar Morin. Eccoli:
- il declino demografico e l’aumento della speranza di vita
- l’omologazione culturale – i valori e i desideri
- gli strumenti decisionali per influenzare i futuri
Li approfondiremo con un percorso di formazione interna, per poi riportarli qui, dopo averli studiati, masticati, messi alla prova. Non cerchiamo risposte definitive, ma nuove domande capaci di generare senso. Perché leggere i segnali del cambiamento è urgente e necessario (ne scrivevamo anche qui).
Iniziamo da oggi, con un primo passo concreto: abbiamo studiato i trend di finanziamento del 2025 per capire su cosa stanno investendo, già ora, gli enti filantropici e ne abbiamo ricavato una breve pubblicazione, da condividere con tutti e tutte.
Quali temi stanno diventando prioritari? Quali approcci stanno emergendo? Ci sembra un buon punto di partenza per capire quali segnali vengono colti e quali direzioni prenderanno le organizzazioni nei prossimi anni.
Da qui speriamo nascano nuove domande. Le nostre, ma anche le tue.
Quali cambiamenti stanno già influenzando, oggi e domani, il modo in cui opera la tua organizzazione? Se hai riflessioni o segnali da condividere, se vuoi partecipare alle prossime newsletter o se hai qualche nuova domanda per noi, ci trovi qui.
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